Intradjia 2014-2024 

Un viaggio di auto-riflessione, un omaggio al  decennio trascorso in una città estranea alle sue radici montane nelle Alpi italiane. Alle prese con un senso di dislocazione, attraverso un autoritratto evanescente, l'artista  cattura la dicotomia della sua esistenza tra la vita urbana e il desiderio della bellezza naturale della sua terra d'origine. Con una sovrapposizione testuale in italiano e in patois, il dialetto della sua regione, l'artista esplora la complessità della sua identità, l'intersezione tra eredità e adattamento. L'opera invita gli spettatori a contemplare la profonda connessione tra luogo e appartenenza, illustrando il potere duraturo dell'arte di trascendere i confini ed evocare esperienze umane.



Itrandjia

"Qui sì me pèlengrénna, delecàta e mortale, dedeun si cor? Appartigno to d’eun cou a eun llouà ioi la nateua l’è respétéie, mi vivo can mimo dedeun eunna jungla féte de simàn e de dzi feun e tristo. Sì llouèn de si royaume ioi la nateua l’è couhèitse, mée de viya e de énerjiya positiva. Mè me sento prèizoun-ìla dedeun si tchotte de trafic e tapadzo métallique, en queillà dze sento pò la vouése di fleuve, lo flo di bouque e lo signal de l’écho de la montagne. En queillà di momàn, lì è eun bourboutòn de fond, que treuncaille feunque le penchì. Si seu, l’è po mon llouà, l’arma l’è atoféie de l’eumpouèizemen. Me sento itrandjia dedeun seutta dimenchòn inaturella. Mi comme lèi si fenìa he? 

Mè ara ni voya de ma libertò."

Straniera

Chi sono io, pellegrina, fragile e mortale, all’interno di questo corpo? Appartengo ad un luogo dove natura è rispettata, vivo però in una giungla urbana fatta di cemento e gente furba e triste. Sono lontana da quel reame dove la natura è padrona, madre di vita ed energia positiva. Mi sento prigioniera in questo agglomerato di traffico e rumore metallico, qui non sento la voce del fiume, l’odore del bosco ed il richiamo dell’eco della montagna. Qui c’è solo un costante brusio in sottofondo che sovrasta perfino i pensieri. Questo non è il mio luogo, l’anima è soffocata dallo smog. Mi sento straniera in questa dimensione innaturale. Ma come ci sono finita qui?

 Io ora desidero la mia libertà.


STRAMILIA 

a cura di Oscarito Sanchez


Forestieri, stranieri, sconosciuti, chi siamo?

Alla fine veniamo tutti da qualche parte per fare parte, unendoci, ad un nucleo chiamato paesino, città o paese. E il tempo deciderà quando non saremo più nemmeno estranei, né stranieri né sconosciuti e questa è la stessa operazione che si ripete sempre. Ci definiamo stranieri? Indipendentemente dalla lingua, la nostra origine in un modo o nell'altro l'abbiamo sempre portata con noi, qualcosa che culturalmente potrebbe appartenere o provenire da popolazioni diverse.

La mostra “And Relative We Are” cerca di dare una visione di quello sconosciuto che portiamo dentro di noi e ciò che è presente nel nostro ambiente familiare, sociale e psicologico. Gli artisti affronteranno individualmente diverse tematiche riguardanti la posizione geografica, l'identità, il confine, la guerra o la migrazione. Temi che si manifestano ancora oggi e mostrano quello straniero che ci portiamo dentro.


Evento Collaterale Biennale di Venezia 2024

Studio Luse e Studio Mado
opening 16 aprile 2024 h 17:00 

Dorsoduro, Venezia

Using Format